Vestigia della storia della Chiesa, seguendo le orme di san Josemaria

L'obiettivo di queste pagine, Luoghi di Roma, è quella di conoscere meglio le principali vestigia della storia della Chiesa che si conservano nella Città Eterna.

L'obiettivo di questa sezione, intitolata Luoghi di Roma, è quella di conoscere meglio le principali vestigia della storia della Chiesa che si conservano nella Città Eterna.

Lo faremo seguendo le orme del fondatore dell’Opus Dei, rivolgendoci ai suoi insegnamenti con il fine di trarre il massimo profitto dal percorso. Perché per un cristiano, che gode della luce della fede, Roma non è solo una città di grande interesse artistico e storico, ma molto di più: è la sua casa, un ritorno alle sue origini, lo scenario di una storia meravigliosa – quella dell’amore infinito di Dio che vuole arrivare all’umanità intera – che sarà sempre attuale e che ci interpella specialmente all’inizio del terzo millennio, quando tutti noi figli della Chiesa abbiamo davanti la sfida della nuova evangelizzazione.

1. - Le Catacombe di San Callisto

2. - La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme

3. - I Fori Romani

4. - Il Colosseo

5. - Via Appia

6. - La Basilica di San Pietro

7. - Piccole Edicole per la Madonna

8. - San Giovanni in Laterano

9. - La memoria di San Paolo

10. - Il Pantheon e Santa Maria Sopra Minerva

Il 23 giugno 2006 si sono compiuti 60 anni dall’arrivo del fondatore dell’Opus Dei a Roma. Questo anniversario mette in evidenza molti aspetti della vita di san Josemaría: l’abbandono nelle mani di Dio e la fortezza eroica per compiere la sua Volontà; la fiducia nella Chiesa e il suo amore per il Papa; i sogni di espansione apostolica – che parevano impossibili – e l’anelito di romanità: un cuore universale, cattolico, appoggiato sul fondamento visibile dell’unità della Chiesa, che è Pietro.

Una volta domandarono a san Josemaría quando aveva pensato per la prima volta di andare a Roma, e la sua risposta fu concisa e chiara: Non ho mai pensato di venire a Roma. Sono dovuto venire a Roma, perché l’Opus Dei nacque romana. In altre occasioni spiegava più dettagliatamente il senso della romanità della Chiesa, della quale partecipa l’Opus Dei. Per me, romana è sinonimo di Cattolica, Universale ed Ecumenica, commentava nel 1964 durante un incontro. E alcuni anni più tardi, scriveva: Venero con tutte le mie forze la Roma di Pietro e Paolo, bagnata dal sangue dei martiri, centro da cui tanti sono usciti per propagare nel mondo intero la parola salvifica di Cristo. Essere romano non significa nessuna forma di particolarismo, ma di ecumenismo autentico; presuppone il desiderio di ingrandire il cuore, di aprirlo a tutti con le ansie redentrici di Cristo, che cerca tutti e accoglie tutti, perché per primo ha amato tutti.

La Chiesa di Cristo è romana, perché la Provvidenza divina ha disposto che a Roma ci fosse la sede di Pietro, fonte di unità e garanzia per trasmettere il deposito della fede rivelata. E’logico, pertanto, che i cristiani vogliano romanizzarsi sempre più, perché in ognuno si compia quello che san Josemaría augurava ad alcuni dei suoi figli appena arrivati nell’Urbe: Roma vi lascerà una impronta nell’anima, un segno profondo e duraturo, se avrete fatto buon uso del tempo. E saprete essere figli più fedeli alla Chiesa, e avere un amore più soprannaturale al Santo Padre.