Terzo mistero glorioso. La discesa dello Spirito Santo

Lo Spirito Santo realizza nel mondo le opere di Dio; Egli è, come dice l'inno liturgico, datore dei doni, luce dei cuori, ospite dell'anima, riposo nella fatica, conforto nel pianto.

"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua".

At. 2, 1-6

Il Signore aveva detto: Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Paraclito, un altro Consolatore, che rimarrà eternamente con voi (Gv 14, 16). - Mentre i discepoli erano tutti riuniti in uno stesso luogo, all'improvviso sopraggiunse dal cielo un rumore come di vento impetuoso che invase tutta la casa in cui si trovavano. - Nello stesso tempo, delle lingue come di fuoco si divisero e si posarono sopra ciascuno di loro (At 2, 1-3). Ripieni di Spirito Santo, gli apostoli sembravano ebbri (At 2, 13).

E Pietro, circondato dagli undici, alza la voce e parla. - Noi, gente di cento paesi, lo ascoltiamo. - Ognuno lo comprende nella propria lingua. - Tu e io nella nostra. - Ci parla di Gesù Cristo, dello Spirito Santo, del Padre.

Non lo lapidano, né lo mettono in carcere: tremila di coloro che hanno udito si convertono e sono battezzati.

Tu e io, dopo aver aiutato gli apostoli ad amministrare il battesimo, benediciamo Dio Padre, per suo Figlio Gesù, e anche noi ci sentiamo ebbri di Spirito Santo.

Il Santo Rosario, 3º mistero glorioso

La tradizione cristiana ha riassunto in una sola idea l'atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti dello Spirito Santo: docilità. Docilità significa essere sensibili a ciò che lo Spirito divino suscita intorno a noi e in noi: sensibili ai carismi che distribuisce, ai movimenti e alle istituzioni che promuove, agli affetti e alle decisioni che fa nascere nel nostro cuore. Lo Spirito Santo realizza nel mondo le opere di Dio; Egli è, come dice l'inno liturgico, datore dei doni, luce dei cuori, ospite dell'anima, riposo nella fatica, conforto nel pianto. Senza il suo soccorso nulla vi è nell'uomo che sia innocente e valido, perché è Lui che purifica ciò che è contaminato, sana ciò che è malato, accende ciò che è gelido, riconduce sulla retta via chi si è smarrito e avvia tutti gli uomini verso il porto della salvezza e della gioia eterna.

(E’ Gesù che passa, 130)

Vale la pena di giocarsi la vita, di darsi del tutto per rispondere all'amore e alla fiducia che Dio ha riposto in noi. Vale la pena, in primo luogo, di decidersi a prendere sul serio la nostra fede cristiana. Quando recitiamo il Credo, noi professiamo di credere in Dio Padre onnipotente, nel suo Figlio Gesù Cristo che morì e risuscitò, nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita. Proclamiamo che la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo. Ci rallegriamo della remissione dei peccati e della speranza della futura risurrezione. Queste verità, però, penetrano davvero in fondo al cuore, oppure restano sulle labbra? Il messaggio divino di vittoria, di gioia e di pace della Pentecoste deve essere il fondamento incrollabile del modo con cui ogni cristiano pensa, sceglie e vive.

(E’ Gesù che passa, 129)

La meraviglia della Pentecoste è la consacrazione di tutti i cammini: non la si può mai intendere come monopolio, né come preferenza di uno solo a detrimento di altri. Pentecoste è indefinita varietà di lingue, di metodi, di modi d'incontro con Dio: non è violenta uniformità.

(Solco, 226)

Lo Spirito Santo con le sue ispirazioni dà tono soprannaturale ai nostri pensieri, ai nostri desideri e alle nostre opere. È Lui che ci spinge ad aderire alla dottrina di Cristo e ad assimilarla in tutta la sua profondità; è Lui che ci illumina per farci prendere coscienza della nostra vocazione personale e ci sostiene per farci realizzare tutto ciò che Dio si attende da noi. Se siamo docili allo Spirito Santo, l'immagine di Cristo verrà a formarsi sempre più nitidamente in noi, e in questo modo saremo sempre più vicini a Dio Padre. Sono infatti coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, i veri figli di Dio. Se ci lasciamo guidare da questo principio di vita presente in noi, la nostra vitalità spirituale si svilupperà sempre più, e noi ci abbandoneremo nelle mani di Dio nostro Padre con la stessa spontaneità e con la stessa fiducia con cui il bambino si getta nelle braccia del padre. Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli, ha detto il Signore. Questo antico e sempre attuale itinerario interiore di infanzia, non è fragile sentimentalismo né carenza di maturità umana, bensì la vera maturità soprannaturale, che ci porta a scoprire sempre meglio le meraviglie dell'amore divino, a riconoscere la nostra piccolezza e a identificare del tutto la nostra volontà con la volontà di Dio.

(E’ Gesù che passa, 135, 135)