Ratzinger: i santi, non «eroi» ma amici di Dio

Riportiamo un articolo uscito su “Avvenire” del 15 marzo 2002 sulla presentazione, tenutasi a Roma il 14 marzo, del libro di Giuseppe Romano “Opus Dei. Il messaggio, le opere, le persone”, edito dalle Edizioni San Paolo. All’incontro erano presenti il Cardinal Ratzinger, il Prelato dell’Opus Dei mons. Javier Echevarría

Riportiamo un articolo uscito su Avvenire del 15 marzo 2002 sulla presentazione, tenutasi a Roma il 14 marzo, del libro di Giuseppe Romano “Opus Dei. Il messaggio, le opere, le persone”, edito dalle Edizioni San Paolo. All’incontro erano presenti il Cardinal Ratzinger, il Prelato dell’Opus Dei mons. Javier Echevarría e Elio Guerriero, vice direttore della “San Paolo libri”.

E’ un messaggio «di grandissima importanza» quello lasciatoci da Josemaría Escrivá. Un messaggio in controtendenza rispetto alla cultura corrente, valido per gli uomini d'oggi e di domani «perché invita alla fiducia in Dio e all'amicizia con Dio».

Nessun testo scritto, ma solo «parole che vengono dal cuore». Sono quelle che il cardinale Joseph Ratzinger ha dedicato ieri sera a Roma al fondatore dell'Opus Dei, intervenendo nell'Aula magna dell'Augustinianum di Roma alla presentazione del libro "Opus Dei - Il messaggio, le opere, le persone" che, a pochi mesi dalla canonizzazione di Escrivá - in programma il prossimo 6 ottobre - spiega, come suggerisce il sottotitolo, il cammino e le finalità dell'obra al di là delle "voci" e delle leggende" fiorite attorno a essa.

Presente l'autore Giuseppe Romano e il vicedirettore editoriale della "San Paolo libri", Elio Guerriero, Ratzinger ha esordito esprimendo la propria «venerazione per il Santo e la sua opera». Escrivá, ha osservato il porporato sottolineando il significato profondo del nome da egli scelto per l'Istituzione da lui fondata, ha infatti in qualche modo sovvertito quella che «si può considerare la grande tentazione del nostro tempo». E cioè la convinzione «che dopo il big-bang Dio si sia "ritirato" e non entri più nel nostro quotidiano». Escrivá, al contrario, ci invita a scoprire «che Dio opera sempre», e che «noi dobbiamo soltanto metterci a sua disposizione». «Questo - ha affermato - è un messaggio di grandissima importanza per gli uomini di oggi».

Di qui, ha proseguito il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, si comprende anche il valore della santità e della vocazione comune alla santità continuamente richiamata dal fondatore dell'Opus Dei. «Quando si mette in risalto la "virtù eroica” di una persona - ha spiegato il porporato, rilevando peraltro l'inadeguatezza" di tale espressione - non significa che essa fa "ginnastica di santità", ma che nella sua vita si rivela la presenza di Dio». Così «essere santi non significa essere superiori agli altri; essere santi - ha insistito Ratzinger - non è nient'altro che mettersi a disposizione di. Dio e parlare con lui come a un amico». Ed è proprio questa la grande lezione che ci viene dal santo spagnolo: «Josemaría Escrivá - ha detto il cardinale - ci dice che tutti possono diventare santi, e lo fa con la sua esperienza di aver lasciato Dio agire attraverso dì sé, dì esserne stato amico, di non aver mai lasciato la sua mano, convinto che Dio è il vero amico di tutti».

Prima del porporato, introducendo il dibattito moderato dal giornalista Aldo Maria Valli, Elio Guerriero aveva definito Escrivá «uno straordinario personaggio della Chiesa contemporanea», sottolineando in particolare l'importanza del suo aver valorizzato il lavoro come mezzo di evangelizzazione e di santificazione personale.

Avvenire, Milano, 15 marzo 2002