Parole di Giovanni Paolo II all'Assemblea dell'Unione Apostolica del Clero

Scrive un santo dei nostri tempi, José María Escrivá, che “il Signore si serve di noi come di torce”, perché la sua luce illumini.

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Venerdì 27 giugno 2000

Il mistero della Comunione Trinitaria è l’alto modello di riferimento della comunione ecclesiale. Ho voluto ribadirlo nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, ricordando che “la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia” è proprio questa: “fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione” (cfr n. 43). Questo comporta, in primo luogo, “promuovere una spiritualità della comunione”, che diventi come un “principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano” (ibid.).

Si diviene esperti di “spiritualità di comunione” anzitutto grazie a una radicale conversione a Cristo, una docile apertura all’azione del suo Spirito Santo, e un’accoglienza sincera dei fratelli. Nessuno si faccia illusioni - ricordavo nella citata Lettera apostolica - “senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparati senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita” (ibid.).

Scrive un santo dei nostri tempi, José María Escrivá:“Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre, ma percorrano sentieri che conducono fino alla vita eterna”

3. Se, pertanto, l’efficacia dell’apostolato non dipende solo dall’attività e dagli sforzi organizzativi pur necessari, ma in primo luogo dall’azione divina, occorre coltivare un’intima comunione con il Signore. Oggi, come in passato, sono i santi i più efficaci evangelizzatori, e tutti i battezzati sono chiamati a tendere a “«questa misura» alta della vita cristiana” (ibid., 31). A più forte ragione questo concerne i sacerdoti, che all’interno del popolo cristiano ricoprono funzioni e ruoli di grande responsabilità. La Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione del Clero, che per felice coincidenza si celebra proprio oggi, costituisce un’occasione propizia per implorare dal Signore il dono di zelanti e santi ministri per la sua Chiesa.

4. Per realizzare quest’ideale di santità, ogni presbitero deve seguire l’esempio del divino Maestro, il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecorelle. Scrive un santo dei nostri tempi, José María Escrivá, che “il Signore si serve di noi come di torce”, perché la sua luce illumini... “Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre, ma percorrano sentieri che conducono fino alla vita eterna” (cfr Forgia, n.1). Ma dove accendere queste fiaccole di luce e di santità se non nel cuore di Cristo, fornace inesauribile di carità? Non è un caso se la Giornata Mondiale di preghiera per la santificazione del Clero si celebra proprio oggi, solennità del Sacro Cuore di Gesù.

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