Montserrat Caballé, soprano, Spagna

Non mi dimentico mai di pregare prima di salire sul palcoscenico

Un nuovo senso al mio lavoro

La mia vita non avrebbe senso priva del canto, priva dell’arte. Priva, cioè, di questo dono di esprimere, in maniera eccezionale e privilegiata, l’amore, la bontà, il patriottismo, i miei sentimenti più intimi, quelli più nobili, quelli più elevati. Poter far godere gli altri è la mia gioia.

Qualche anno fa qualcuno mi regalò Cammino, un libro nel quale si raccolgono pensieri che aiutano a trovare Cristo e vi lessi: Bisogna convincersi che Dio ci sta vicino continuamente. Viviamo come se il Signore fosse lassù, lontano, dove brillano le stelle, e non pensiamo che è sempre anche al nostro fianco. (268).

Queste parole (...) mi hanno stimolato a vivere di fede nel mio lavoro, a non dimenticarmi mai di pregare prima di salire sul palcoscenico, a parlare con Dio in un modo o nell’altro lungo tutta la giornata, a capire che la mia fede può trascendere anche la mia sfera privata.

La mia vita non avrebbe neppure senso senza la famiglia, senza tutto un elenco di valori che configurano il suo contorno. Anche se per necessità professionali devo allontanarmi e viaggiare da un estremo all’altro del globo, ho cercato sempre gli spazi necessari per non trascurare questi valori: la fedeltà, l’unione e l’amore agli amici. In questo senso, le parole di Giovanni Paolo II nella recente lettera Novo millennio ineunte sono molto confortanti: La carità si convertirà allora necessariamente in servizio alla cultura, alla politica, all’economia, alla famiglia, perchè in ogni parte si rispettino i principi fondamentali, da cui dipende il destino dell’essere umano e il futuro della civiltà.

Tutto questo, il lavoro - la famiglia, ho cercato di elevarlo attraverso la fede che mi ha fatto e mi fa aspettare il premio più grande, il successo più sorprendente, l’allegria nel cuore di quelli che cercano Dio.