Juan Jiménez Vargas: una personalità spiccata

Il 24 aprile si compiono cento anni dalla nascita di Juan Jiménez Vargas, uno dei primi membri dell'Opus Dei, che per tutta la vita fu un solido appoggio per San Josemaría.

Il 24 aprile si compiono cento anni dalla nascita di Juan Jiménez Vargas, uno dei primi membri dell'Opus Dei, che per tutta la vita fu un solido appoggio per San Josemaría. Riportiamo alcuni brani di un articolo di "Studia et Documenta" (n. 5).

Un breve profilo

3 dicembre 1937. Juan accompagnò san Josemaría nel passaggio dei Pirenei, durante la guerra civile spagnola.

Aveva una personalità ricca e singolare. Era un uomo di tempra, tutto d'un pezzo, responsabile, con un grande senso del dovere, esigente e duro con se stesso. Lottava infaticabilmente per quello che riteneva giusto e nobile. Non conosceva lo scoraggiamento, ma perseverava tenacemente fino a superare qualsiasi difficoltà. Reagiva con vivacità, con un fondo di buon umore e a volte con tipici tratti madrileni. Aveva un tratto semplice, piano: non adottava atteggiamenti difensivi né distanti. Era un uomo dalle frasi brevi e dai gesti chiari ed espressivi, di molti fatti e di poche parole: se ne bastavano due, non ne diceva tre. Non gli piacevano la cortesia posticcia, i segni esterni di affetto se si trattava solo di apparenze.

Senza pose di "bravo ragazzo"

Juan Jiménez Vargas nacque a Madrid il 24 aprile 1913. I suoi genitori lo educarono alla fede e alla vita cristiana. Gli piaceva girare per il suo quartiere, San Bernardo, conosceva molto bene la Madrid tipica. Indipendente di carattere, geloso della sua libertà, anche se era grato dell'attenzione e dell'affetto dei suoi genitori, non gli piaceva che lo assillassero con consigli eccessivi, né che gli chiedessero spiegazioni non necessarie su quello che faceva. Frequentava i sacramenti, aveva vita di pietà, rifiutando ciò che chiamava pietismo - una pietà dolciastra o di formule - e l'essere considerato un bravo ragazzo. Frequentò la scuola superiore con buoni voti all'Istituto San Isidro, centro di grande tradizione vicino alla casa paterna.

Terminata la scuola secondaria, nell'anno accademico 1929-30, iniziò il corso di laurea in medicina. La Facoltà era allora in calle de Atocha, nell'edificio di San Carlos, vicino all'ospedale clinico. Lì conobbe Santiago Ramón y Cajal - premio Nobel, già in pensione - e Carlos Jiménez Díaz, gran maestro della medicina come docente di patologia medica. Seguiva bene i corsi, ma faceva distinzione tra le lezioni nelle quali si impara e che lasciano traccia e quelle che hanno meno interesse. I suoi anni di studente universitario coincisero con un periodo di grande instabilità politica in Spagna: la fine della dittatura di Primo de Rivera (1930), la crisi della monarchia di Alfonso XIII e l'instaurazione della Seconda Repubblica (1931), con le bufere antireligiose.

In periodi di rivolte

La Facoltà di Medicina di Madrid fu in quegli anni focolaio di rivolte studentesche, con lotte tra gruppi di diverse ideologie e scontri con la polizia. L'attività politica riguardò sia gli studenti che i professori. Jiménez Vargas non era indifferente davanti a tutto questo, soprattutto davanti agli attacchi alla Chiesa, e prese contatto con gruppi universitari di orientamento cristiano, come la Confederazione di Studenti Cattolici, la Agrupación de Estudiantes Tradicionalistas (Gruppo di Studenti Tradizionalisti, AET) e qualche altro. Di fatto, si iscrisse all'AET e partecipò ad alcune riunioni. In presenza di agitazioni anticlericali, andò con altri compagni a fare guardie notturne nelle chiese minacciate di assalto, violenze e saccheggi.

All'inizio del 1932, durante il terzo anno del corso, un amico della facoltà, Adolfo Gómez Ruiz, gli parlò con ammirazione di un sacerdote giovane chiamato Josemaría Escrivá de Balaguer, che secondo lui era eccezionale e stava influendo molto positivamente sulla vita spirituale sua e di altri suoi amici.

Don Josemaría vuole vederti

Un giorno in cui Adolfo andava a trovarlo, Juan Jiménez Vargas lo accompagnò ed ebbe occasione di salutarlo nella sua casa. Passò il tempo e, in estate, Gómez Ruiz fu imprigionato, e in settembre fu deportato a Villa Cisneros (Sahara Occidentale), perché implicato nel golpe militare del generale Sanjurjo del 10 agosto 1932 contro il governo della Repubblica, e così la sua relazione con Jiménez Vargas si interruppe. Ciononostante, un altro amico gli fece sapere che Josemaría Escrivá de Balaguer desiderava vederlo, perciò poco prima di Natale andò a trovarlo.

San Josemaría con Juan Jiménez Vargas.

Il primo incontro

In quell'occasione, San Josemaría lo incoraggiò a migliorare la sua formazione e la sua vita cristiana e si accordarono per vedersi di nuovo. Nell'incontro successivo, il 4 gennaio 1933, il fondatore presentò agli occhi di Jiménez Vargas quello Dio gli aveva fatto vedere il 2 ottobre 1928: l'Opus Dei. Il giovane studente restò vivamente impressionato: «era evidente che il Padre [San Josemaría] era la persona che Dio aveva scelto per fare l'Opera [l'Opus Dei]». E comprese immediatamente che il Signore lo chiamava a seguire questo cammino con una dedicazione completa a Gesù Cristo, nel celibato apostolico, senza allontanarsi dal mondo, a cercare di condurre una vita pienamente cristiana nel suo lavoro e nelle altre circostanze della vita, e di avvicinare le persone a Dio. Da quello stesso giorno si mise a disposizione del fondatore - che aveva allora pochi seguaci -, per quello di cui ci fosse bisogno.

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