Harambee: tutti insieme per l'Africa

Il Premio Harambee è stato consegnato a due documentari sull'Africa di Gabriel Otonoku, nigeriano, e Jim Fahy, irlandese, vincitori della II edizione, per le due categorie previste: “produzioni africane” e “produzioni non africane”.

E' questo lo spirito della premiazione avvenuta a Roma in Campidoglio il 14 novembre mattina.

Il Premio Harambee è stato consegnato a due documentari sull'Africa di Gabriel Otonoku, nigeriano, e Jim Fahy, irlandese, vincitori della II edizione, per le due categorie previste: “produzioni africane” e “produzioni non africane”.

L’obiettivo è stato incoraggiare la diffusione di una informazione sull’Africa che superi gli stereotipi più diffusi (Africa = guerre, carestie, emergenze).

Marco Sala, Amministratore Delegato di Lottomatica (Azienda che ha offerto i Premi) ha consegnato l'attestato e un assegno di 10.000 euro a ciascun vincitore, alla presenza del segretario generale dell'Icu Carlo De Marchi, Jean Leonard Touadi, giornalista e assessore al Comune di Roma, Franco di Mare, conduttore e giornalista RAI, Stephen Makinwa, attaccante della Lazio e della nazionale nigeriana.

II Premio audiovisivo "Comunicare l'Africa".La giuria, composta da esperti di comunicazione e studenti africani residenti a Roma, ha scelto: il documentario Alaoma. Land of beauty and splendour / Alaoma. Terra di bellezza e splendore, di Gabriel Otonoku e C.Y. Okonkwo, prodotto da Rediscover Nigeria, per “aver proposto la visione di una Nigeria riappacificata, consapevole e orgogliosa della sua storia, delle sue molteplici culture, dove coesistono in armonia la fede in Cristo, in Allah, nei riti animisti e nelle religioni tradizionali. Una Nigeria che si spinge nella modernità e preme verso lo sviluppo economico senza rinnegare le sue radici culturali che sono l’essenza ed il collante della propria identità ed emblema della nazione”.

Il documentario When you say four thousand goodbyes / Quando dici quattromila addii, di Jim Fahy, prodotto dalla Radio Telefis Eireann, è stato premiato per “aver raccontato lo straordinario impegno di Mike Meegan, medico irlandese che da 25 anni assiste una popolazione di 300.000 masai in una regione del Kenia priva di infrastrutture, di energia, di acqua potabile, falcidiata dall’Aids, dal colera, dalla malaria, dalla tubercolosi. La storia di un uomo che non si arrende e mai si arrenderà. Nella sua caparbia battaglia contro la miseria, il dolore e la morte c’è chi vede il santo chi invece Don Chisciotte. A noi giurati piace vedere un uomo che proprio non riesce a guardare i suoi simili sofferenti senza lottare”.

Il Premio è inserito nelle attività previste dal Programma: “HARAMBEE-Tutti insieme per l’Africa”, avviato nel 2002 in occasione della canonizzazione di Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei e gestito dall’ICU –Istituto per la Cooperazione Universitaria, con l’intento di raccogliere fondi per la realizzazione di progetti di sviluppo nell’area Sub-Sahariana e di realizzare attività di comunicazione e sensibilizzazione sull’Africa, nel resto del mondo.