Col mio lavoro, collaboro al cambio di rotta degli eventi

Lucia Vinco, ITALIA

All’età di quattordici anni cominciò ad assistere ai corsi della Scuola Alberghiera Samara (Italia). Ha lavorato nel settore alberghiero in diverse città: Milano, Roma, Napoli, Como… Il suo forte interesse per la formazione dei giovani del settore alberghiero l’ha portata a lavorare in alcune scuole, come la SAFI di Roma. Ora, sta frequentando il corso di laurea di Dietetica.

Nel suo intervento ha sottolineato come gli insegnamenti di monsignor Escrivá de Balaguer sul lavoro quotidiano e, in particolare, la cura e l’attenzione della casa come una vera occupazione professionale, le hanno insegnato a vedere la sfida di convertirla in un mezzo, non soltanto per facilitare la vita agli altri, ma anche per contribuire davvero alla loro felicità.

Ho lavorato parecchi anni in diverse scuole alberghiere e allo stesso tempo nel settore dei servizi di base; ora sto frequentando un corso di laurea in Dietetica perchè mi sembra essenziale una formazione, anche scientifica, per fare il mio lavoro con competenza professionale. Nelle circostanze attuali, in cui l’efficacia e l’interesse economico sono spesso il modello di comprensione e gestione del mondo, ho percepito, grazie agli insegnamenti del beato Josemaría, la necessità di percorrere un cammino che porti a lasciare soddisfatta la persona, prendendo davvero sul serio la cura e l’attenzione nei suoi confronti.

Nel mio lavoro mi sento responsabile di arrivare al cuore di ogni persona, cercando di prestare un’attenzione davvero scrupolosa che sia capace di far vedere questa pazzia, “amore pazzo”, senza misura, che Dio ha per ciascuno di noi. Questo desiderio si concretizza in cose semplici, abituali, che acquistano una terza dimensione e si mostrano molto efficaci sia per coloro che le ricevono che per coloro che le realizzano.

Gli effetti non sono sempre evidenti, ma ho la certezza che con il mio lavoro posso collaborare al cambio di rotta degli eventi; posso realizzare opere meravigliose nella profondità di ogni persona, in definitiva, posso restituire “alla materia e alle situazioni il loro nobile e originale senso” (Cfr. Colloqui, 114).

Ogni lavoro risponde ad una necessità reale della società e, per me, la cura attenta di ogni componente legata ad un’esistenza più gradevole si è trasformata nel mio lavoro professionale. Il motore di fondo è fare in modo che la persona si senta accolta, e questa accoglienza si compone di una grande diversità di elementi, che mi piacerebbe considerare d a tre punti di vista: il primo punto — unito alla mia percezione della realtà — è l’atteggiamento interiore di sorpresa davanti a questo essere prodigioso che è la persona; il secondo è unito ai luoghi in cui la persona deve sentirsi accolta (ordine, armonia, igiene…) e il terzo si riferisce alle necessità di base di ciascuno (alimentazione, riposo, abbigliamento…).

È affascinante l’idea di trovare ogni giorno qualcosa con cui sorprendere quelli che abbiamo al nostro fianco, stupirli con piccoli dettagli simpatici, divertenti. Di solito, ciò che ci sorprende è un atteggiamento, un’espressione, una cosa semplice la cui importanza è relativa, ma che percepiamo come rivolta al bene della nostra persona.

Nella mia giornata di lavoro mi si presentano molte possibilità di “stupire”, e penso che avvenga la stessa cosa anche in altri lavori; si tratta di sapere scoprire e sfruttare queste possibilità per rendere felici coloro che sono i “destinatari” del nostro lavoro, della nostra cura e attenzione, ma soprattutto perchè in questo modo si arriva ad essere una continuazione della mano di Dio, che si dedica a ciò che ha creato e in modo speciale alle creature che ama di più: gli uomini.

Pubblicato negli atti del Congresso internazionale “La grandezza della vita quotidiana", vol VII, Gioventù: Costruire il futuro.