Basta mettere tanto amore nelle azioni di ogni giorno

Vittorio Anniballi, Proprietario di un vivaio a Roma

Ma chi l’ha detto che una famiglia numerosa dev’essere, per forza, un peso o una limitazione della propria libertà? Vittorio Anniballi va controcorrente e spiega come ha trovato la felicità grazie alla moglie Maria Rita e ai suoi sette figli.

Sposato dal 1981, è proprietario di un vivaio a Roma, nella zona di Boccea. Ha conosciuto l´Opus Dei

tramite la “Montemario” e la “Petranova”, due scuole in cui l’educazione coinvolge pienamente anche i genitori.

“Nel 1993 - racconta Vittorio - un’amica parlò a mia moglie di queste due scuole. Incuriositi dal metodo didattico, così innovativo, pensammo di iscrivere uno dei nostri figli. Fu una specie di prova, perché all’epoca non sapevamo nulla dell’Opus Dei. L’esperienza si rivelò talmente positiva che decidemmo di iscrivere anche gli altri ragazzi”.

Questo vi ha spinto ad approfondire il vostro rapporto con l’Opera?

I frutti ci hanno dato la possibilità di conoscere la bontà dell’albero. Apprezzando il lavoro che viene fatto in queste scuole, sia per i figli che per i genitori, abbiamo cominciato a comprendere il valore dell’Opera.

Come marito e come padre, quale messaggio sente d’aver ricevuto da Josemaría Escrivá?

Il fondatore dell’Opera diceva che la famiglia è come un altare. Il mio impegno sta, soprattutto, nell’essere presente e nel dedicarmi il più possibile a mia moglie e ai miei figli. Per fare questo non c’è bisogno di gesti straordinari. E’ sufficiente mettere tanto amore nelle azioni della vita quotidiana. Anche quelle più semplici. Ricordarsi, ad esempio, d’avere un pensiero affettuoso per la propria moglie. Oppure, sforzarsi di ascoltare i propri figli.

Oggi l’idea della famiglia numerosa sembra essere un po’ fuori moda. Che cosa significa, per lei, avere tanti figli?

Personalmente, sono felice di sapere che i nostri ragazzi sono anche figli di Dio. La formazione dell’Opus Dei mi ha aiutato a comprendere che io e mia moglie stiamo collaborando con il Signore, aiutando i figli a crescere e ad affrontare la vita. Tutto questo non è un peso, ma un’immensa gioia. Ovviamente, si tratta anche di un impegno. A volte non è facile mantenere la pazienza e non perdere le staffe. Ma la sfida del cristiano, in fondo, è proprio questa. Sforzarsi, ogni giorno, di essere dei genitori migliori. Correggersi ed aiutarsi reciprocamente. Cominciare e ricominciare, come insegnava Josemaría Escrivá.

Questo insegnamento vale anche per la vita della coppia?

Anche nel rapporto tra marito e moglie c’è bisogno di cominciare e ricominciare. E’ necessario attribuire un significato sempre nuovo a quella frase, “ti amo”, che si ripete ogni giorno. Non a caso, Josemaría Escrivá invitava a trasformare in poesia la prosa della vita quotidiana. Ed è quello che tutti gli innamorati dovrebbero sforzarsi di fare.

Quale importanza ha avuto la formazione dell’Opus Dei nella vostra vita coniugale?

Io e mia moglie siamo sempre stati molto affiatati, ma l’Opera ci ha unito ancora di più. Oggi ci comprendiamo più facilmente. Basta uno sguardo per capirci al volo. Questo succede perché abbiamo la gioia di fare alcune cose importanti insieme. Ad esempio, cominciamo la nostra giornata andando a Messa. Preghiamo, l’uno accanto all’altra. Si tratta di un momento di unione molto forte, che ci dà una potente spinta per affrontare gli impegni quotidiani. E poi, quando la sera ci ritroviamo a casa, dopo una giornata di lavoro, cerchiamo di mettere da parte la stanchezza e di mostrarci nuovamente il nostro amore. Josemaría Escrivá sottolineava molto l’importanza del momento del ritorno a casa. Invitava le mogli a farsi trovare belle, sorridenti, accoglienti. E i mariti a presentarsi con affetto, con un gesto di tenerezza sempre nuovo.

La televisione, a volte, propone dei modelli di famiglia spudoratamente falsi. Gli spot pubblicitari mostrano genitori-fotomodelli bellissimi che fanno colazione senza fretta, circondati da figli svegli e scattanti, che non vedono l’ora d’andare a scuola. Che cosa pensa, di fronte a certe immagini?

Mi viene in mente quello che diceva il fondatore dell’Opera a proposito della santità. A lui non piacevano quelle vecchie biografie in cui i santi venivano descritti come esseri infallibili e perfetti. Josemaría Escrivá ci ha insegnato che nella vita di ognuno di noi possono esserci dei momenti in cui si cade. Ma l’importante è rialzarsi subito e trovare la forza di ricominciare. Lo stesso discorso vale per la vita in famiglia. I genitori-fotomodelli degli spot pubblicitari sono irreali come i santi descritti in certe biografie. Non esistono superuomini. Esistono, invece, tante persone di buona volontà che si sforzano di santificare, con amore, i piccoli, grandi gesti della vita quotidiana.